Sapete cosa ha risposta Mikaela Shiffrin al suo debutto olimpico nello Slalom Speciale, quando le è stato chiesto come si sentisse nei panni di esordiente? Ecco le sue parole:

“Esordiente? No, questa gara l’ho già corsa mille volte nella mia testa. L’ho vinta, sono arrivata quinta, sono caduta”.

Tratto da “Tecniche mentali per il potenziamento della prestazione sportiva”

Cosa possiamo dedurre dalle parole della Shiffrin?

Innanzitutto che la nostra mente non distingue una situazione immaginata da una realmente vissuta ed ecco perché la visualizzazione risulta essere un esercizio potentissimo per allenare e migliorare la propria prestazione.

Vivere in prima persona un’esperienza immaginata con tutti i propri sensi permette infatti di arrivare preparati a una situazione di gara e di gestire quegli imprevisti che sono già stati affrontati nella nostra mente.

Visualizzare una scena di una precedente performance di successo o di un obiettivo futuro desiderato, permette all’atleta di familiarizzare con le sensazioni provate ed entrare in contatto profondo con gli elementi necessari per performare in modo ottimale.

Con la ripetizione mentale, la mente e il corpo si allenano a eseguire nella realtà la competenza immaginata, migliorandola, proprio come accade nell’allenamento fisico.

Le ricerche mostrano non solo che la visualizzazione è efficace, ma anche che visualizzare il risultato perfetto, piuttosto che il processo per raggiungerlo, può essere controproducente diminuendo impegno e motivazione!

Detto in altri termini, immaginare un futuro perfetto porta la nostra mente a “mollare la presa“ come ci mostrano i risultati dello studio “From Thought to Action: Effects of Process-Versus Outcome-Based Mental Simulations on Performance“ condotto nel 1999 su delle matricole dell’Università della California.

Ribaltato in termini positivi possiamo quindi dire che il focus della nostra visualizzazione dovrebbe piuttosto essere nel processo che ci porta ai nostri obiettivi, perché questo ci sprona all’azione.

E’ importante tuttavia sottolineare che la visualizzazione non consiste semplicemente nel crearsi un’immagine nella propria testa, ma nel sapere utilizzare tutti i sensi e, come in tutti gli allenamenti, il segreto risiede nella costanza e nella ripetizione dell’esercizio.

In Occidente abbiamo cominciato a capire quanto potesse essere potente la visualizzazione quando ha portato risultati incredibili nel training degli atleti russi per le Olimpiadi degli anni ’80.

In quell’occasione, gli atleti furono divisi in 4 gruppi e ad ognuno di essi fu assegnato un training diverso:

  • Gruppo 1 = 100% allenamento fisico, 0% allenamento mentale ;
  • Gruppo 2 = 75% allenamento fisico, 25% allenamento mentale ;
  • Gruppo 3 = 50% allenamento fisico, 50% allenamento mentale ;
  • Gruppo 4 = 25% allenamento fisico, 75% allenamento mentale ;

Quali furono i risultati?

Il gruppo 4, quello che aveva usato solo il 25% del proprio tempo a fare allenamento fisico e ben il 75% a dedicarsi ad allenarsi mentalmente ed in particolare visualizzando la propria gara, gli ostacoli, i traguardi e se stessi, è il gruppo che ha raggiunto la migliore performance in assoluto.