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Ciao Martina.
ci racconti un po chi sei e quali sono i risultati che hai raggiunto nel tuo sport?

Ciao mi chiamo Martina, sono un’atleta di sci alpino che ho iniziato a praticare quando avevo 3 anni e ormai da 4 anni sono nel circuito di coppa Europa di super-gigante e discesa libera.

Ho vinto gare a livello italiano e sono arrivata più volte nelle prime 15 in coppa Europa.

Da 2 anni a questa parte concilio l’attività agonistica con gli studi di Scienze motorie.

Una ricercatrice americana, Angela Duckworth, attraverso anni di ricerche è arrivata alla conclusione che il successo in qualsiasi ambito della vita, anche quello sportivo, è dato da una componente che lei definisce grinta, ovvero sapere dove si vuole arrivare e non mollare. Si tratta quindi di una componente mentale.

La  nostra chiacchierata di oggi ha l’obiettivo di entrare dentro alla mente di un campione per capire quali sono a tuo avviso i fattori che determinano il successo.

Iniziamo con qualche parola chiave interpretate da Martina Nobis.

#TALENTO

A mio parere il talento è una capacità innata, una caratteristica genetica trasmessa dai nostri genitori che si manifesta in maniera diversa in ognuno di noi. Il talento però non è nulla senza il lavoro, duro lavoro.

Ciò che distingue un’atleta mediocre da un’atleta professionista, di alto livello, è l’allenamento: tempo, intensità e sacrificio sono le tre parole chiave per iniziare il percorso verso il raggiungimento dei propri obiettivi.

Per quanto riguarda lo sci, il cronometro è il nostro strumento di misura e di giudizio.

Durante i primi anni di categoria, in cui la componente fisica non è così essenziale, un ragazzo più talentoso sarà davanti ad un altro che ha meno sensibilità ed attitudine verso questo sport.

Se però quest’ultimo è maggiormente propenso al sacrificio, a credere in quello che sta facendo e ad allenarsi più degli altri, a distanza di tempo sarà più veloce.

#PASSIONE

Ho iniziato a sciare all’età di 3 anni con mio padre, il quale mi ha trasmesso la grande passione per la montagna e per questo sport.

Abitando a Mantova è stato molto difficile riuscire a conciliare scuola e allenamenti.

Essendo tesserata per lo Sci Club Lecco allenarsi significava affrontare viaggi di 3/4 ore ogni fine settimana accompagnata da mia madre.

Così all’età di 15 anni ho capito che lo sci era la mia vera passione e mi sono trasferita a Bormio per ottimizzare il mio allenamento senza tralasciare lo studio.

#SACRIFICIO

Non intendo Il sacrificio con un’accezione negativa, si tratta di stabilire delle priorità e del dosare l’impegno per il raggiungimento dei propri obiettivi.

Svegliarsi tutte le mattine alle 5, uscire al freddo, allenarsi, passare i pomeriggi in palestra, il poco tempo libero disponibile dedicarlo allo studio e la sera non avere la minima forza per andare a fare un saluto agli amici, forse molti lo riterrebbero sacrificio, io lo ritengo scuola di vita.

Tutto questo non è mai stato un peso, amo quello che faccio e ritengo che mi abbia formata caratterialmente oltre che fisicamente.

Non nego che quando si raggiungono determinati risultati e il duro lavoro viene ripagato il percorso assume un significato e risulta meno pesante.

Anche quando i risultati stentano ad arrivare o lo sport diventa un lavoro bisogna sempre ricordarsi il motivo per cui lo si fa: il divertimento è alla base di tutto.

#FALLIMENTO

Gli ostacoli maggiori a cui ho dovuto far fronte sono stati sicuramente i molti infortuni.

Il primo è stato la rottura scomposta della clavicola cadendo in gara in super gigante, operata 2 giorni dopo, grazie ad una placca sono riuscita a tornare a gareggiare in 9 giorni e a vincere dopo 11.

Durante la mia stagione migliore mi sono dovuta fermare per dolori molti forti alla schiena che mi limitavano in qualsiasi banale attività quotidiana, come alzarmi dal letto alla mattina.

Questi sono solo pochi episodi che sottolineano i rischi in cui un’atleta incorre.

#SUCCESSO

Il successo è indipendente dalla tipologia di risultato che si ottiene, consiste nel raggiungimento dei proprio scopi o obiettivi con il massimo dell’impegno possibile.

Significa guardarsi indietro e non avere rimpianti.

Martina Nobis Nella Mente dei Campioni

In un range da 1 a 10 quanto conta la “testa” nel tuo sport?

Nel mio sport la testa conta 10 proprio perché le variabili che influenzano la prestazione agonistica sono innumerevoli.

Al carico di pensieri riguardanti la gara o l’allenamento si aggiunge l’insieme di emozioni che qualsiasi atleta di qualunque sport deve affrontare.

Diversi atleti arrivati ad uno stesso livello tecnico la differenza la fanno proprio con la testa.

Quali sono secondo te le tre caratteristiche mentali fondamentali per un atleta?

Spirito di sacrificio/dedizione
Passione
Caparbietà

Hai mai allenato la tua “testa” per ottenere un miglioramento della performance o superare momenti difficili?

Assolutamente si. Ritengo che l’allenamento della componente emotiva e razionale sia fondamentale per il raggiungimento di determinati successi.

Quali benefici hai ottenuto?

Allenare la mente mi è servito per capire che anche i risultati negativi non sono un fallimento ma un incentivo per migliorarsi, per crescere e per avere ancora più grinta per riscattarsi.

Quale messaggio vorresti dare ai giovani che si vogliono avvicinare al tuo  sport o che già lo praticano e hanno il sogno di arrivare in alto?

Lo sci è uno sport a lungo termine, quindi non bisogna focalizzarsi troppo sul “qui e ora” ma guardare in prospettiva. Importante è che il divertimento sia alla base di ogni allenamento ed esperienza, sapere che è una esperienza che forma il carattere, fermezza e costanza mentale che  sarà di supporto in qualsiasi esperienza di vita anche dopo aver abbandonato il mondo agonistico.

Intervista a cura della Dott.ssa Veronica Chantal Bertarini


Se anche tu come Martina vuoi utilizzare la mente come acceleratore delle tue potenzialità e conoscere i benefici del mental coaching, contattami e sarò felice di fornirti tutte le informazioni sul ruolo di mental coach e sui percorsi di allenamento mentale.