In un recente post sul mio profilo instagram @psicologaveronicabertarini vi ho parlato dello stato d’animo denominato “languishing”, strettamente connesso alle chiusure legate alla pandemia: esso si contraddistingue per fiacchezza di sentimenti, gioia che scarseggia, emozioni non pervenute e poca voglia di fare.
E se fosse un atleta di alto livello a provarlo cosa accadrebbe alla sua carriera?
Una minor motivazione risulta essere quanto provato da molti sportivi nell’arco di quest’ultimo anno, e rappresenta uno dei disagi psicofisici maggiori, causati dalla pandemia.
Il rinvio o l’annullamento delle competizioni sportive ha fatto sì che venissero meno gli obiettivi degli atleti. Senza obiettivi chiari, la motivazione fa fatica a mantenere la sua forza, infatti spesso negli atleti sono nati di sentimenti di sconforto e rassegnazione, dettati dal principio “Inutile allenarmi se non ci sono gare”; altri atleti lavorano duramente, preparandosi per una competizione importante che ci sarà per poi scoprire di essere positivi al tampone.
L’incertezza di obiettivi derivante dalla situazione pandemica rischia di minare la motivazione e senza motivazione, manca il motore per le nostre azioni; la motivazione è infatti il perché si inizia un’azione e perché la si mantiene nel tempo.
Due tipi di motivazione: estrinseca e intrinseca.
La motivazione estrinseca implica l’impegno in un certo comportamento in relazione a ricompense esterne, come un risultato o un premio; la motivazione intrinseca, al contrario, si riferisce ad un atteggiamento individuale guidato da ricompense interne piuttosto che esterne. In altre parole, la motivazione ad impegnarsi in un certo compito o attività nasce in questo caso dall’interno dell’individuo, perché si tratta di una cosa di per sé soddisfacente.
Quando siamo mossi da motivazione intrinseca, portiamo a termine i nostri compiti perché li troviamo intrinsecamente divertenti e interessanti: in casi come questo per rendere al meglio non abbiamo bisogno né di incentivi esterni, né di sentirci sotto pressione.
Lavorare sul trovare o ritrovare la propria motivazione intrinseca all’azione sportiva è il primo passo per riaccendere il motore!
Come fare per ritrovare la giusta motivazione?
Provate a rispondere a questa semplice domanda: perché scio/corro/gioco a calcio?
Prima di decidere di abbandonare il tuo sport, solo perché oggi non senti più quello che provavi prima … fermati, respira e trova le risposte alle giuste domande, forse quella fiammella è ancora li da qualche parte.
Psicologa del Benessere e dello Sport, Counselor e Mental Coach
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