Credere in se stessi è il primo passo per ottenere dei risultati, in qualunque campo della vita.
Potrebbe sembrare strano che un atleta non creda nelle proprie potenzialità, soprattutto se ha già ottenuto qualche buon risultato…
Eppure molti degli atleti che seguo in percorsi di mental training faticano a credere in loro stessi e questo li porta inevitabilmente a non riuscire ad ottenere la loro miglior performance.
Innanzitutto è bene affermare che la fiducia in sé non è qualcosa che ci viene dato alla nascita, ma è un processo in continua evoluzione, sul quale è possibile lavorare.
Laddove capiamo che rappresenta un limite per il raggiungimento dei nostri obiettivi.
Nella Psicologia dello Sport l’autoefficacia viene individuata come uno dei principali predittori del successo sportivo e può essere definita come un meccanismo cognitivo che media la motivazione, la perseveranza, l’attivazione emotiva e il comportamento (Bandura, 2001).
Questo meccanismo incide notevolmente sulla percezione che l’atleta ha delle proprie potenzialità e sul modo in cui affronta gli eventi stressogeni, aumentando o diminuendo la possibilità di raggiungere il successo nell’esecuzione di un compito e di una competizione sportiva (Cesare Picco, 2017).
Avere una buona autoefficacia significa:
- Percepire come meno stressanti gli eventi
- Mobilitare con maggiore efficacia le proprie risorse
- Riuscire ad impegnarsi con maggior costanza e perseveranza
- Favorire l’acquisizione di nuovi apprendimenti
- Essere maggiormente efficaci nella gestione dei propri pensieri
Le ricerche in ambito sportivo hanno dimostrato che livelli prestativi ottimali sono associati ad elevata autoefficacia (Feltz, 1982) e che una valutazione positiva delle proprie prestazioni è una condizione importante per la creazione di un senso di fiducia nelle proprie potenzialità (Brody, Hatfield e Spalding, 1988; McAuley, 1985).
Possiamo quindi affermare che l’autoefficacia, risulta essere una delle caratteristiche di personalità alla base del successo sportivo, anche se è bene sottolineare che anche elevati livelli di autoefficacia non sono sempre efficaci, in quanto potrebbero portare l’atleta a commettere errori grossolani per eccessiva fiducia nelle proprie capacità o ridurre la sua disponibilità ad apprendere nuove competenze.
In conclusione è quindi bene avere sempre un occhio di riguardo verso il proprio livello di autoefficacia e ricordare che è possibile lavorarci, attraverso un percorso di mental training, al fine di ottenere la propria migliore performance!
Psicologa del Benessere e dello Sport, Counselor e Mental Coach
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