Ansia è un termine largamente usato per indicare un complesso di reazioni cognitive, comportamentali e fisiologiche che si manifestano in seguito alla percezione di uno stimolo ritenuto minaccioso e nei cui confronti non ci riteniamo sufficientemente capaci di reagire.

L’ansia di per sé, tuttavia, non è un fenomeno anormale. Si tratta di un’emozione di base, che comporta uno stato di attivazione dell’organismo quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa.

Di fronte a una competizione sportiva un certo livello di ansia, che possiamo definire con il termine attivazione (arousal), è estremamente funzionale allo sviluppo di una buona performance.

Il grafico qui sotto mette in evidenza quanto sopra descritto. La zona rossa è quella in cui l’attivazione sale troppo e ci si trova di fronte alla cosiddetta ansia da prestazione.

Vediamo nello specifico come si manifesta l’ansia, iniziando a conoscere la differenza tra ansia cognitiva e ansia somatica.

I sintomi fisici dell’ansia spesso spaventano generando circoli viziosi, ovvero la cosiddetta “paura della paura”. Tuttavia, essi dipendono dal fatto che, ipotizzando di trovarsi in una situazione di reale pericolo, l’organismo in ansia ha bisogno della massima energia muscolare a disposizione, per poter scappare o attaccare in modo più efficace possibile, scongiurando il pericolo e garantendosi la sopravvivenza.

L’ansia, quindi, non è solo un limite o un disturbo, ma costituisce una importante risorsa. È infatti una condizione fisiologica efficace in molti momenti della vita per proteggerci dai rischi, mantenere lo stato di allerta e migliorare le prestazioni (ad es., sotto esame).

Quando l’attivazione del sistema di ansia è eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni, però, siamo di fronte a un disturbo d’ansia, che può complicare notevolmente la vita di una persona e renderla incapace di affrontare anche le più comuni situazioni.

Cosa succede prima di una prestazione sportiva?

Gli studi presenti in letteratura hanno identificato l’ansia di stato prima di una competizione come uno dei principali fattori che contribuiscono alle prestazioni ottimali nello sport.

È stato riscontrato che l’ansia cognitiva pre-competitiva assume valori elevati che rimangono relativamente alti e stabili all’inizio della competizione. L’ansia somatica, invece, ha livelli relativamente bassi fino a circa 24 ore pre-gara, dopodiché si comincia a notare un rapido e significativo aumento dei suoi valori all’avvicinarsi dell’inizio della gara.

Per tutta la durata della competizione, i livelli di ansia cognitiva variano in risposta alla probabilità di successo/insuccesso, mentre è stato osservato un rapido declino nei valori dell’ansia somatica.

Imparare a gestire il proprio arousal è uno dei principali lavori svolti in un training di Mental Coaching. Puoi approfondire la gestione dell’ansia qui.

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